Sight Solutions & Content Creations
Identificare il luogo migliore per posizionare una soluzione di Digital Signage, il tipo di montaggio e l’orientamento degli schermi sono aspetti fondamentali per raggiungere i target e centrare tutti gli obbiettivi della comunicazione.
Questo articolo è il primo di una serie, in cui andremo a illustrare tutti i segreti e le strategie per sfruttare al meglio questa tecnologia.
Il digital signage è una comunicazione di prossimità. Funziona quando riesce a intercettare e a ingaggiare l’attenzione, stimolando in maniera positiva il target delle 5C ovvero colleghi, collaboratori, clienti,consumatori o cittadini. Non è facile e non è banale. Le persone, infatti, oggi sono immerse in un ambiente bimodale complesso. L’attenzione si sposta in continuazione dall’ambiente reale che li circonda a un universo multimediale fatto di app, chat, sms, mail, social network. Bombardate da centinaia di stimoli, gli individui si muovono nello spazio con una propensione all’ascolto estremamente variabile e soggettiva.
Per questo identificare il luogo migliore per posizionare una soluzione di digital signage è fondamentale per raggiungere i target e centrare tutti gli obbiettivi della comunicazione.
Solo così si può avere la garanzia che la comunicazione che si vuole trasferire agli utenti funzionerà, convertendo i messaggi in risultati tangibili.
Un approccio a tre fasi
Che si tratti di un punto vendita, di spazi pubblici aperti o di spazi all’interno di un edificio (ospedali, scuole, stazioni, aeroporti, centri commerciali, uffici o business center), per avere successo il digital signage deve rispettare alcuni requisiti fondamentali. Uno degli errori più frequenti con questo mezzo, infatti, è pensare che sia sufficiente decidere il budget, acquistare la soluzione con la forma che piace di più e installarla. Come tutte le tecnologie, invece, serve una buona analisi con un approccio finalizzato a:
Come scegliere il luogo migliore?
Nell’analizzare il tipo di ambiente e le condizioni di luce relative, l’equazione deve conciliare due scelte:
La principale funzione del digital signage è colpire la vista, garantendo al radar dell’attenzione un raggio di campo il più ampio possibile. Un conto, infatti, è se si vuole comunicare qualcosa mentre l’utente si trova vicino alla cassa o al bancone della reception, un altro se si vuole comunicare qualcosa mentre l’utente è di passaggio.
Inoltre, nella scelta del display (LCD, LED, OLED o QLED) è fondamentale valutare l’andamento della luce ambientale, tenendo conto del suo variare di intensità nell’arco della giornata. Con certi tipi di monitor, infatti, è sconsigliato posizionare lo schermo vicino a finestre o in luoghi dove arriva la luce naturale, perché questa potrebbe impedire una visione corretta dei contenuti.
Come selezionare il tipo di montaggio?
I display possono essere montati a parete o a soffitto, oppure incastonati all’interno di totem e/o postazioni interattive. A seconda della tipologia di comunicazione che si vuole trasmettere, è possibile integrare lo schermo in un totem che, come un pannello, può essere spostato a seconda delle esigenze. Un’altra opzione sono gli schermi imperniati su bracci scorrevoli oppure, a un livello più evoluto, un sistema di tenditori in acciaio modulabile in lunghezza che permettono agli schermi di rimanere fissi o a scorrimento lungo dei binari fissi (a terra e/o a soffitto). In questo caso i display possono sfruttare la somma dei vari moduli come un unico grande schermo, oppure possono essere usati per comunicazioni scorporate a seconda delle esigenze di comunicazione. Nel caso dei videowall, il montaggio a parete diventa parte integrante dell’ambiente, garantendo un impatto visivo amplificato, che può sfruttare i singoli schermi giocando sulla prospettiva di insieme oppure per partizioni della superficie variabili, a seconda della programmazione di scritte, immagini e filmati. Un’altra opzione sono le installazioni degli schermi incastonate nei tavoli o negli scaffali. Come regola generale, quando touchscreen qualsiasi tipo di postazione deve presupporre un grado di robustezza e di sicurezza molto più elevato, dovendo sottostare a uno stress maggiore.
Come orientare il display?
Lo schermo non è solo la parte più visibile di un’installazione ma è anche il mezzo che supporta la comunicazione.
Una buona progettazione deve tener conto anche degli aspetti estetici oltre che quelli funzionali. L’orientamento in verticale o in orizzontale delle superfici rettangolari non è l’unico elemento importante dell’analisi. I formati dei display, infatti, oggi non solo sono tanti e diversi per dimensioni e geometrie: possono vivere da soli oppure essere gestiti attraverso soluzioni combinate. Nei composit, ad esempio, le piattaforme di Digital Content Management consentono di rilasciare i contenuti in modalità differenti, distribuendo sull’insieme dei monitor una serie di impaginazioni e programmazioni diversificate, che risultano estremamente suggestive e decisamente dinamiche. Nell’orientamento dei display è necessario coinvolgere gli esperti di Interaction Design che aiuteranno a formalizzare la tipologia di contenuti e la relativa impaginazione, per capire quale sia la formula ideale della comunicazione (filmati, proposizione di prodotti con immagine e testo a latere, funzione specchio alternata a messaggi semplici oppure a menù di navigazione più complessi).
Laura Zanotti, giornalista e Technical writer